Se pago di più, appaio in prima posizione su Google Ads?

se pago di più appaio primo su google con il mio annuncio?

“Se aumento il budget giornaliero, apparirò più in alto?”
“Se pago di più per clic, sarò primo tra gli annunci?”

Sono domande che sento spesso da imprenditori e professionisti che si approcciano a Google Ads. E, all’apparenza, la risposta sembrerebbe ovvia: più soldi = più visibilità.
Ma la realtà è molto più complessa (e meritocratica).

In questo articolo voglio spiegarti perché pagare di più non garantisce la prima posizione, come funziona davvero il posizionamento degli annunci su Google, e cosa puoi fare per apparire più in alto senza spendere di più.

Più budget non significa più visibilità

Iniziamo subito con una verità che ti spiazzerà: avere più budget non significa apparire più in alto.

So che può sembrare controintuitivo, ma Google non premia chi spende di più. Il suo obiettivo è fornire la miglior esperienza possibile all’utente che fa una ricerca. E per farlo, deve mostrare l’annuncio più pertinente, non necessariamente quello più costoso.

Un po’ di storia: la posizione media (RIP)

Fino a qualche anno fa, Google Ads mostrava un dato chiamato posizione media, un numero decimale (es. 1,2 – 3,7…) che indicava in quale posizione appariva mediamente il tuo annuncio.

Era un dato molto usato, forse anche troppo. Gli inserzionisti facevano a gara a chi aveva la posizione media più bassa (cioè più alta in classifica) e agivano aumentando le offerte per scalare le posizioni.

Poi qualcosa è cambiato. Google ha iniziato a introdurre lo smart bidding, le strategie di offerta automatica, e ha deciso di rimuovere la posizione media. Perché? Perché non era più il modo corretto di valutare l’efficacia degli annunci.

Il focus si è spostato su un concetto più avanzato e meritocratico: l’Ad Rank.

Cos’è l’Ad Rank e come funziona?

L’Ad Rank è il punteggio che Google calcola per determinare la posizione del tuo annuncio rispetto a quelli dei competitor.

Viene ricalcolato a ogni singola asta, ovvero ogni volta che un utente fa una ricerca. Non esiste un posizionamento “fisso”.

La formula semplificata dell’Ad Rank è:

Ad Rank = CPC massimo × Punteggio di Qualità

Hai capito bene: non vince chi offre di più, ma chi ha il miglior mix tra offerta economica e qualità dell’annuncio.

Il ruolo chiave del punteggio di qualità

Il punteggio di qualità (Quality Score) è un valore da 1 a 10 che Google assegna a ogni parola chiave, in base a tre fattori principali:

  1. CTR previsto – La probabilità che l’utente clicchi sull’annuncio

  2. Pertinenza dell’annuncio – Quanto l’annuncio è rilevante per la keyword

  3. Esperienza sulla landing page – Qualità, velocità e coerenza della pagina

Un punteggio alto (8–10) indica che l’annuncio è molto pertinente e offre una buona esperienza. Un punteggio basso (1–3) significa che qualcosa non va.

Vuoi approfondire questo tema? Leggi il mio articolo dedicato al Punteggio di Qualità di Google Ads.

Un esempio pratico: Ad Rank in azione

Vediamo un caso concreto:

  • Inserzionista A:
    CPC massimo = 2€
    Punteggio di qualità = 10
    Ad Rank = 20

  • Inserzionista B:
    CPC massimo = 3€
    Punteggio di qualità = 8
    Ad Rank = 24

Il secondo annuncio apparirà sopra il primo, perché ha un Ad Rank più alto.
Ma attenzione: pagherà anche di più per ogni clic.

Come viene calcolato il CPC effettivo?

Contrariamente a quanto si pensa, non paghi il tuo CPC massimo, ma un valore appena sufficiente a superare l’Ad Rank dell’inserzionista subito sotto di te.

La formula è:

CPC effettivo = Ad Rank del concorrente immediatamente sotto ÷ tuo punteggio di qualità 

Riprendiamo l’esempio di prima:

  • Inserzionista B ha Ad Rank 24

  • Inserzionista A ha Ad Rank 20

  • Inserzionista B pagherà:
    20 ÷ 8 = 2,50€

Quindi, anche se aveva offerto 3€, Google gli farà pagare solo 2,50€, ovvero quanto basta per restare sopra.

Offerta alta + qualità bassa = costi elevati

Ecco perché offrire tanto ma avere bassa qualità è rischioso.

Un annuncio con landing scadente, testo poco coerente e bassa pertinenza può ottenere comunque una buona posizione… ma pagandola carissima.

Google ti sta dicendo:
“Vuoi insistere a mostrare un annuncio poco utile? Ok. Ma te lo faccio pagare.”

Come migliorare il posizionamento senza aumentare l’offerta

Se vuoi migliorare la posizione del tuo annuncio, non devi solo alzare il CPC.
Anzi, devi lavorare prima di tutto sul punteggio di qualità.

1. Migliora la pertinenza dell’annuncio

  • Inserisci le keyword nei titoli e nelle descrizioni

  • Usa sinonimi e varianti pertinenti

  • Segmenta le campagne in gruppi monotematici (es. keyword “prezzo” tutte in un gruppo “Prezzi”)

2. Lavora sulla landing page

  • Rendi i contenuti coerenti e utili

  • Migliora la velocità di caricamento (soprattutto da mobile)

  • Aggiungi call to action coerenti con l’annuncio

  • Inserisci sezioni FAQ, trust element e info complete

3. Ottimizza il CTR previsto

  • Scrivi annunci accattivanti e diversificati

  • Usa call to action forti e offerte chiare

  • Aggiungi estensioni (sitelink, callout, snippet)

  • Abilita l’inserimento dinamico della keyword nei titoli

Approfondisci nel mio articolo su come aumentare il punteggio di qualità Google Ads

In conclusione: apparire in prima posizione è una questione di merito

Google Ads non è un’asta al rialzo tra chi paga di più, ma un sistema complesso che premia l’esperienza utente e la qualità degli annunci.

Se il tuo annuncio è rilevante, ben scritto, coerente e porta a una pagina utile, Google lo premierà con un buon punteggio di qualità, permettendoti di:

  • ottenere posizioni migliori

  • pagare meno per ogni clic

  • migliorare i risultati senza aumentare i costi

Se invece ti affidi solo all’offerta, rischi di bruciare il budget senza ottenere il ritorno desiderato.

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