Segmentazione e strategia: così abbiamo sbloccato il potenziale nascosto di un e-commerce sovraccarico di prodotti.
ROAS
COSTO/CONV
Tipologia Cliente: E-Commerce
Budget: 2000-2500€
Target Geografico: Italia
Prodotti: Cartoleria e prodotti per l’ufficio
Sito web/Landing page: Sito
Numero prodotti: >13.000
Questi dati fanno riferimento al periodo Aprile 2025.
Quando ho cominciato ad occuparmi di questo account, al suo interno era presente una sola campagna Performance Max che girava sull’intero catalogo.
Si trattava di una Pmax completa, con asset testuali e immagini oltre che ovviamente il feed dell’Ecommerce.
Analizzando la campagna Performance Max già presente nell’account, non ho riscontrato particolari errori nella parte testuale. I titoli erano ben strutturati: varietà di messaggi, call to action chiare, offerte in evidenza e una comunicazione diretta sui prodotti. Lo stesso vale per le descrizioni, scritte in modo corretto e coerente con l’offerta.
L’unico elemento meno convincente riguardava le immagini, che erano semplici foto da catalogo e non veri e propri banner pubblicitari. Tuttavia, posso affermare che non si trattava di un aspetto realmente penalizzante: certo, si sarebbe potuto fare meglio, ma non era questo il motivo di eventuali limiti della campagna.
Anche dal punto di vista dei segnali sul pubblico e dei temi di ricerca, l’impostazione era stata seguita correttamente. Insomma, a prima vista non emergevano criticità evidenti.
E i numeri confermavano questa impressione: con una spesa di 2.311,12 € nel mese di aprile, la campagna aveva generato 114 acquisti, per un valore complessivo di 8.107,80 € e un ROAS del 351%. Non si tratta certo di risultati negativi, anche se – va sottolineato – per una valutazione completa sarebbe stato necessario conoscere i costi reali del cliente e quindi la marginalità effettiva.
Dov’era allora il vero problema? Apparentemente non ce n’era uno. Ma la realtà è diversa, e lo scoprirai tra poco, continuando a leggere.
Il punto più rilevante emerso dall’analisi dell’account riguarda la segmentazione.
Parliamo infatti di un e-commerce con oltre 13.000 prodotti, molti dei quali semplici varianti dello stesso articolo (penne rosse, penne blu, penne nere, ecc.).
E cosa comporta tutto questo?
Più del 70% dei prodotti non ha registrato oltre 10 impression. La maggior parte, addirittura, ne ha totalizzate 0 o 1.
Il motivo è semplice: con un budget relativamente limitato per un catalogo così vasto, Google tende a concentrare la spesa sui prodotti più ricercati e con maggiori probabilità di conversione, così da raggiungere l’obiettivo della campagna, ovvero massimizzare il valore delle conversioni.
Questo fenomeno non è affatto raro: lo riscontro in almeno 3 e-commerce su 4 che analizzo. L’advertiser e il cliente, vedendo i dati positivi complessivi della campagna, spesso si fermano lì senza approfondire oltre.
La realtà, però, è diversa:
Ecco perché diventa fondamentale intervenire con una segmentazione più accurata. La soluzione? L’utilizzo del Labelizer, lo strumento che consente di riportare equilibrio e dare visibilità a tutto il catalogo.
L’audit dell’account Google Ads è uno strumento fondamentale per analizzare le prestazioni delle tue campagne pubblicitarie. Grazie alla mia esperienza e competenza, posso offrirti un servizio di audit personalizzato per individuare gli aspetti da migliorare e ottenere risultati più efficaci. Contattami per scoprire come posso aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi pubblicitari su Google.
Il primo passaggio è l’installazione del Labelizer, uno script che ogni notte estrae tutte le informazioni e i dati sui prodotti presenti nelle campagne.
Ma non solo.
Attraverso fogli di analisi segmenta i prodotti per categoria, brand e performance.
Tutto questo serve per il passaggio successivo.
Possiamo considerare il Labelizer come un tool che estrae le metriche sui prodotti, le analizza, calcola delle KPI di riferimento o benchmark e assegna delle etichette ai diversi prodotti in base alle performance ottenute negli ultimi 30 giorni.
Avremo quindi dei prodotti BEST, dei prodotti BAD, dei prodotti GOOD etc..etc..
Una volta suddivisi i prodotti e inserite le etichette che ne indicano il livello di performance, occorre definire la strategia: quante campagne creare, come suddividere il budget tra le campagne, che strategia di offerta usare nelle varie campagne.
Qui si gioca la partita.
E ora, a te il giudizio, qui sotto trovi un PRIMA/DOPO che mette a confronto Aprile 2025 con Luglio 2025. Trascina la barra nera a destra/sinistra per vedere il cambiamento.
Cosa ne pensi?
Come posso aiutarti? Lasciami un messaggio e i tuoi contatti.
Più clienti, zero complicazioni: mi occupo io delle campagne su Google, dalla strategia alla gestione tecnica.
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